Spugna puntaspilli
Come creare una spugna puntaspilli e riciclare la spugna sintetica che si usa per imballare gli oggetti delicati, cioè quelli che temono gli scossoni.
Ero a casa di mia cugina Rossella per un parere circa un lavoro di cucito che sto ultimando. Rossella di cucito se ne intende pur non essendo una sarta ed ero certa di poter avere da lei il consiglio che mi abbisognava. Ma quando ero lì mi sono accorta che Rossella appuntava gli spilli su un rocchetto di filo, cioè non aveva un puntaspilli. Quindi in quattro e quattr’otto le ho preparato questo puntaspilli di emergenza, senza indugiare e con il solo materiale di cui ella stessa mi ha rifornito; cioè un pezzetto di spugna sintetica, un elastico per i capelli ed i fiorellini di una bomboniera.
La spugna puntaspilli
N. B. Successivamente ho pensato anche ad un puntaspilli per la mamma.
Ma… sapevi che…
La parola arrabone indica un pegno. Arrabone è un’antica parola di derivazione prima greca e poi latina. Riporto un’antica citazione latina “ait Iudas quid vis tibi pro arrabone dari” la cui traduzione è “Egli disse: «Qual è il pegno che ti devo dare?». Il termine da cui la parola deriva è arra. L’arra è una caparra ovvero un acconto dato a garanzia del pagamento di una somma dovuta per una merce acquistata o per una prestazione convenuta, che si perde se si viene meno all’accordo. Nell’antico diritto greco l’arra era il pagamento anticipato di una parte del prezzo fatto dal compratore al venditore. Dopodiché questi era obbligato alla consegna del prodotto, pena il pagamento del doppio dell’arra ricevuta, mentre il compratore perdeva l’arra se non pagava il prezzo entro il termine convenuto. Nel diritto romano l’arra serviva solo come prova della conclusione di un contratto consensuale.
Ed ora… in cucina con Rita
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