Tre modi per riciclare lo spumante
Tre modi per riciclare lo spumante
Ecco come riciclare lo spumante avanzato, ovvero gli avanzi di spumante rimasti nel fondo delle bottiglie o dei bicchieri dopo una festa.
E’ noto che lo spumante avanzato conserva inalterate le sue proprietà organolettiche se viene introdotto il manico di un cucchiaino nel collo della bottiglia che lo contiene. Lo spumante così conservato deve essere consumato nel giro di circa 24 ore perché poi sfiata; cioè perde alcune delle sue proprietà organolettiche, le bollicine in primis.
Altro modo di consumare lo spumante avanzato nella bottiglia è quello di utilizzarlo in cucina. Esso si rivela adatto per la preparazione di alcune pietanze quali ad esempio i risotti oppure le carni, oppure il pesce, …
Ma cosa fare con lo spumante rimasto nei bicchieri?
Bene, non tutti sanno che esso può essere utile in cosmesi, per la bellezza dei capelli.
Per avere una chioma più voluminosa sciacquare i capelli con acqua e spumante (2 bicchieri di spumante in 1 litro d’acqua).
Ecco lo spumante avanzato
Ecco alcune informazioni utili:
Lo Spumante, o meglio il vino spumante, si ottiene da uve che si rivelano adatte al particolare tipo di fermentazione. In realtà lo spumante si ottiene dalla rifermentazione del vino.
Il vino spumante contiene un gas, l’anidride carbonica che si produce per mezzo della fermentazione naturale nel caso degli spumanti naturali, oppure per fermentazione indotta nel caso degli spumanti artificiali.
La presenza di anidride carbonica determina la formazione della spuma al momento dell’apertura della bottiglia.
Il vino spumante naturale si ottiene generalmente con tre modalità:
1. Con la rifermentazione in bottiglia, metodo champenoise
2. Con la rifermentazione in autoclave, metodo Martinotti
3. Infine vi è un terzo metodo, il metodo metodo Charmat che utilizza uve aromatiche provenienti dai vitigni come ad esempio il moscato bianco, la malvasia, il brachetto, oppure la glera. Da quest’ultimo vitigno si ottiene il prosecco.
I vitigni da cui provengono le uve adatte alla spumantizzazione sono coltivati su terreni calcarei e ben drenati, ovvero su terreni acidi, in zone con una elevata escursione termica tra il giorno e la notte, scarsa piovosità durante l’anno, e particolare latitudine; le uve possiedono ottimi profumi.
La stragrande maggioranza di bottiglie di spumante (sia in Italia che nel mondo) è realizzata con il metodo Martinotti e con il metodo Charmat, utilizzando le più svariate uve bianche e nere.
Il vino spumante artificiale si ottiene invece mediante l’aggiunta di anidride carbonica che viene addizionata al vino. La gassificazione dello spumante artificiale è cioè indotta mediante l’introduzione di anidride carbonica dall’esterno, a basse temperature. Questi ultimo si differenziano dai primi anche per la scarsa finezza dei profumi e per il perlage grossolano. Sono prodotti di minore qualità e di minor prezzo rispetto agli spumanti naturali.
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