Bicchiere con spiga

Bicchiere con spiga

Come creare un centrotavola formato da un bicchiere con spiga. Un’idea per utilizzare la spiga che decorava il sacchetto di confetti appartenenti ad una bomboniera. Un lavoretto da eseguire con i bambini.

Questo è il bicchiere con spiga

Bicchiere con spiga
Bicchiere con spiga

… che ha preparato Carlo per donarlo a sua zia in occasione di un particolare evento da ricordare.

Dopo essere stato seminato, il chicco di grano resta sotto terra per alcuni mesi come se fosse morto ma poi germina, si trasforma in spiga che dà numerosi chicchi. La spiga di grano, proprio per la sua forma e anche per la ricchezza del contenuto che custodisce, è il simbolo della vita, della fertilità, dell’abbondanza e della rinascita.

Il grano lo si trova in Egitto, per la prima volta, simbolo di resurrezione associato al mito di Osiride, divinità degli inferi e dell’agricoltura. Per gli Egizi Osiride era il dio del grano tagliato.

Nella mitologia Greca, Demetra, la Dea delle messi e dell’agricoltura, è rappresentata con la fronte cinta da una corona di spighe. I riti religiosi misterici più famosi che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi, sono i Misteri Eleusini. Alla loro base vi era un antico culto agrario, e ci sono alcune prove che derivavano dalle pratiche religiose del periodo miceneo.

 In Roma nella Confraternita degli Arvali, un antichissimo collegio sacerdotale romano formato di dodici membri scelti a vita tra gli esponenti delle famiglie patrizie.

L’etimologia del termine deriva da arvum o aruum, “terra lavorata” (la radice ar è la medesima dei termini “arare” ed “aratro”).

I sacerdoti si dedicavano al culto della Dea Dia, una divinità arcaica romana, più tardi identificata con Cerere, e di Marmar o Mavors, identificato più tardi con Marte, che proteggevano la terra e le messi.

Nell’età ellenistica, nei Misteri di Iside, illustrati da Lucio Apuleio nelle metamorfosi (in latino Metamorphoseon libri XI, probabilmente il titolo originario). È un’opera scritta da Lucio Apuleio nel II secolo d.C. altrimenti noto con il titolo L’asino d’oro (Asinus aureus).

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