Uovo papà
Uovo papà
Come riciclare il guscio delle uova e creare un portalapis che Giulia ha simpaticamente battezzato uovo papà; ovvero come creare un particolare oggetto per la festa del papà.
Anche quest’anno, così come quello precedente le ristrettezze messe in atto dal nostro governo per l’emergenza Covid non ci hanno consentito di muoverci liberamente. Quindi io cerco di rilassarmi e di tenermi impegnata come meglio posso … e lo faccio con i bambini. Secondo me non c’è niente di meglio. Mi piace la loro ingenuità e la loro spontaneità oltre all’entusiasmo che essi manifestano quando lavoriamo insieme. Non manco mai di dare loro pillole di cultura e di saggezza, e a dire il vero ogni volta trovo riscontri molto positivi.
N. B. Questa volta con Giulia ho parlato di uova, o per meglio dire ho affrontato l’argomento relativo alla cellula uovo.
Ma veniamo al lavoretto. Dopo aver lavato ed asciugato il guscio con grande cautela, lo abbiamo bucato in cima. Quini abbiamo fatto passare alcuni fili di lana e poi abbiamo riempito il guscio con carta intrisa di vinavil. Dopo aver fatto combaciare le due parti abbiamo atteso che la colla si asciugasse. Ma nel frattempo abbiamo creato la base con una spirale di carta, ottenuta avvolgendo e poi sagomando una cannuccia a forma di chiave di sol.
Il nostro uovo papà
… e anche le varianti …
Ma … sapevi che …
L’origine del modo di dire “avere uno scheletro nell’armadio” risale ai tempi della rivoluzione francese. L’espressione è comunemente usata con il significato di “tenere accuratamente nascosto un fatto, o un avvenimento, o un’azione del passato” … un fatto, un avvenimento, un’azione che danneggerebbero la propria reputazione. Ma è una locuzione che non è presente nella letteratura Italiana.
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