Acqua di cottura delle verdure
Acqua di cottura delle verdure
Ecco quattro idee per riciclare la acqua di verdure. L’acqua di cottura della verdura è ricca di vitamine e di oligoelementi che le verdure liberano appunto nel corso della loro cottura. Quest’acqua può essere utilizzata in cucina, ma anche per la tutela della salute, per la bellezza della pelle oppure per le piante.
1) Per la cucina:
L’acqua di cottura delle verdure può essere congelata ed utilizzata all’occorrenza.
Infatti essa può servire sia fresca che congelata per preparare minestre, zuppe e risotti. Con l’acqua di cottura delle verdure si può inoltre preparare una buona Zuppa di cereali quale ad esempio la Zuppa d’orzo.
Ma la acqua di verdure si può utilizzare anche per rendere più gustoso e ricco di Sali minerali il brodo vegetale, oppure per preparare una besciamella vegetale.
2) Per la salute:
L’acqua di cottura delle verdure può essere consumata a mo’ di bevanda per depurare l’organismo dalle tossine e rifornirlo sia di sali minerali che di vitamine.
3) Per la bellezza della pelle:
L’acqua di cottura delle verdure può essere utilizzata per l’autoproduzione di saponi; ma può essere anche utilizzata per fare impacchi benefici sulla pelle.
4) Per le piante:
L’acqua di cottura non salata di broccoli, spinaci, bietola, cavolo, … può essere usata per le piante; essa arricchisce il terreno di sali minerali e quindi fornisce maggiore nutrimento alle piante che cresceranno più rigogliose. Infatti l’acqua, insieme ai Sali minerali, costituisce la linfa grezza che, per azione dei raggi solari, viene trasformata in linfa elaborata. Il processo di trasformazione è noto con il termine di fotosintesi clorofilliana.
Ecco alcune informazioni utili:
LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA
L’acqua e i sali minerali (linfa grezza) vengono assorbiti dalle radici della pianta e risalgono fino alle foglie attraverso i vasi legnosi. La foglia è in realtà un laboratorio chimico. Infatti le foglie utilizzano la linfa grezza ricevuta dalle radici, l’anidride carbonica contenuta nell’atmosfera e la luce del sole per fabbricare il nutrimento per tutta la pianta.
Le piante consumano ossigeno e liberano anidride carbonica con la respirazione; invece fanno il contrario quando operano la Fotosintesi clorofilliana. La respirazione delle piante è verificabile di notte, quando esse non operano la fotosintesi clorofilliana.
Le piante cioè oltre a respirare, producono la linfa elaborata (zuccheri) e producono anche l’ossigeno. Questo processo si chiama FOTOSINTESI CLOROFILLIANA. Ora cerchiamo di capire bene in cosa consiste.
La clorofilla
La CLOROFILLA è una sostanza contenuta nelle foglie delle piante e conferisce loro il colore verde. Inoltre la clorofilla è una molecola capace di assorbire la luce del sole. L’assorbimento dei raggi solari è una condizione necessaria per la fotosintesi. Vediamo ora cosa succede esattamente nelle foglie e come avviene la fotosintesi clorofilliana.
Le foglie delle piante, un laboratorio chimico
Nella foglia arriva la linfa grezza attraverso i vasi legnosi della pianta. Contemporaneamente attraverso delle piccole aperture situate sulla pagina inferiore di ciascuna foglia entra anche l’anidride carbonica presente nell’atmosfera.
Queste piccole apertura si chiamano stomi e le cellule di guardia, situate sul contorno esterno degli stomi, li rende di aspetto somigliante alla bocca.
La clorofilla contenuta nella foglia assorbe la luce del sole e ne trattiene l’energia. Grazie all’energia del sole la linfa grezza viene trasformata in zuccheri (linfa elaborata). Nell’aria, sempre attraverso gli stomi, viene liberato l’ossigeno. La linfa elaborata invece viene trasportata dalla foglia a tutta la pianta per nutrirla, attraverso dei sottili canali. Questi canali sono i vasi cribrosi.
Questo processo avviene solo durante il dì. Le piante sono capaci di fabbricarsi da sole il nutrimento (sono organismi autotrofi).
Ecco perché le piante sono così importanti per la vita sul nostro pianeta e bisogna proteggerle.
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